NEVER LET ME GO – EPISODIO 8

Nuengdiao guardò l’ospedale da un’auto di lusso. Non vedeva Palm dall’incidente della sera precedente al club di musica. Inizialmente aveva pensato di aspettare il suo ritorno per parlarci, ma nell’attesa si era addormentato. Non ricordava quanto era successo, i suoi ricordi erano confusi e si era svegliato in preda al panico. Nella sua mente, Nuengdiao aveva un unico pensiero: ogni volta che ne aveva occasione, faceva del male alle persone che aveva davanti.

«Signorino, va tutto bene?» Disse Chanon, ma lui non rispose. I suoi occhi erano ancora fissi sull’edificio, finché, il giovane dalla pelle scura, con la mascella sporgente e i capelli che pendevano sul lato del viso avvolto da una lunga benda, uscì con la busta dei medicinali in mano. Il padre, seduto al volante, chiamò il figlio per farlo salire in macchina. Non aveva detto al figlio che con lui c’era anche Nuengdiao, perciò fu sorpreso di vederlo in macchina.

Dopo essersi seduto sul sedile del passeggero e aver allacciato la cintura di sicurezza, tutto tacque. Palm non era andato a scuola, e neanche Nuengdiao. In realtà, sarebbe dovuto andare al club di musica, ma non sapeva se, dopo l’incidente della sera precedente, sarebbe stato cacciato. Quello che più voleva in quel momento era solo vedere Palm e chiedergli come stava.

«Ti fa male?»

«Sto bene. Ho avuto combattimenti peggiori di questo.»

L’atmosfera era sempre più tesa.

«Mi dispiace.»

La parola ‘dovere’ era sempre stata bloccata nel suo groviglio di emozioni. Nuengdiao appoggiò stanco la testa contro il sedile.

«Non avresti dovuto trasferirti qui. Ti sto creando solo problemi.» Nuengdiao disse senza ironia. Anche perché era vero, se Palm fosse rimasto con lui, non avrebbe avuto la sua libertà. Avrebbe dovuto vivere la sua vita. Nuengdiao era abituato a stare da solo.

«Non c’è problema. È solo un graffio, non si deve preoccupare.»

Chanon non sembrava essere interessato alla conversazione tra i due, infatti era impegnato a chiamare qualcuno. Poco dopo parcheggiò la macchina sul ciglio della strada, strinse forte il cellulare tra le mani e si voltò a guardare il signorino.

«Non riesco a contattare la guardia del corpo della signora Tanya.»

Le sue sopracciglia si aggrottarono immediatamente e si mise a sedere dritto.

«In che senso?»

«Di solito la guardia del corpo della signora Tanya mi informa della situazione, ma questa volta non lo ha fatto. Non sono riuscito a mettermi in contatto neanche con lei. Nessuno risponde alle chiamate.»

«Dove doveva andare mia madre?»

«Aveva un appuntamento, ma non so dove.» Il volto di Chanon mostrava la gravità della situazione. Se fosse stato possibile, avrebbe preferito non dire niente, ma era inevitabile.

«Entro io per primo. Palm rimani con il signorino. Se non c’è niente che non va, poi entrerete anche voi.»

«No! Andiamo insieme.»

«Ma…»

«È mia madre!» La sua voce era quasi arrabbiata e le lacrime avevano cominciato a scorrere sul suo viso involontariamente. La persona di fronte a lui non era riuscita a dire niente, aveva guardato l’orologio, non c’era tempo da perdere. Chanon sapeva che il signorino non si sarebbe arreso facilmente, quindi sarebbe stato inutile perdere ancora più tempo. Accese così l’indicatore di direzione e si inserì nella corsia di destra.

«Hai portato una pistola?» Chanon chiese a suo figlio.

«Sì.»

Quando ebbe finito, tirò fuori qualcosa e lo diede a Nuengdiao, tenendolo stretto con entrambe le mani.

«Signorino, per favore, stia attento.» La voce di Chanon era più calma che mai: «Non so cosa stia succedendo, ma se dovesse esserci un problema, vi prego di scappare. Palm si prenderà cura di voi.»

«Ma…»

«Potrebbe essere pericoloso restare. Deve scappare, ha capito?»

Nuengdiao deglutì a fatica. Era davvero un peso per tutti e anche in caso di pericolo avrebbe avuto ancora bisogno di protezione. D’altra parte, era anche così preoccupato per sua madre che non riusciva a stare fermo, anche se poteva solo stare in silenzio mentre Chanon si rivolgeva a suo figlio.

«Ricordati, se qualcosa andrà storto, porta il signorino al rifugio. Chiaro?»

*********

«Mamma!»

Chanon aprì la porta di casa. Palm e suo padre avevano le pistole in mano e si stavano muovendo con estrema cautela. Nuengdiao invece voleva correre più veloce che poteva per trovare sua madre, ma sapeva di non essere molto esperto in una situazione del genere. Era arrabbiato con se stesso, anche con una pistola in mano non era in grado di proteggersi, quindi si limitò a seguire Chanon.

I tre salirono le scale verso l’ufficio della madre. L’atmosfera in casa era diventata diversa. Di solito c’erano governanti e guardie del corpo che si aggiravano nella casa, ma in quel momento era tutto stranamente silenzioso.

Nuengdiao si girò e guardò Palm in preda al panico. Lui lo guardò in modo confortante, dimenticando temporaneamente la distanza che li separava. Il cuore di Nuengdiao tremò, soprattutto quando passarono davanti alla stanza del padre. Pregò che non fosse accaduto niente.

Chanon bussò alla porta, ma non ricevette risposta.

Nel momento in cui vide sua madre distesa sul tavolo, si precipitò dentro, ma Chanon lo fermò per controllarla per primo. Nuengdiao urlò pietosamente. Chanon prese il cellulare per chiamare un’ambulanza, poi prese il corpo della donna, lo girò e lo adagiò sulla sedia per controllare il polso.

«La signora Tanya è ancora viva.» Disse Chanon: «Palm, riporta subito il signorino in macchina.»

Nuengdiao si precipitò accanto alla madre. Ricordava quanto aveva pianto e gridato per la morte del padre, la sua sanità mentale era quasi scomparsa. Con la vista offuscata dalle lacrime, cercò di toccare la madre, chiamandola ripetutamente, senza però ottenere risposta. Sua madre gli aveva detto che non lo avrebbe mai costretto a fare qualcosa. Lei era tutto per lui. Quando se ne sarebbe andata, con chi avrebbe vissuto?

Palm prese Nuengdiao per il braccio e lo condusse fuori nel corridoio, ma Diao continuava a piangere e chiamare la madre.

«Perché non mi avete ucciso? Perché non sei venuto ad uccidere me? Bastardo! Perché hai sparato a mia madre?» Nuengdiao gridò come se la sua vita fosse ridotta in polvere. Si sforzò di fuggire, ma non riuscì a resistere alla forza Palm. Aveva dimenticato la propria incolumità, perché se anche sua madre fosse morta, lui avrebbe continuato a vivere.

Alla fine, Palm riuscì a trascinare Nuengdiao verso il cancello.

Ci fu una forte esplosione ed entrambi caddero a terra. Un odore di bruciato arrivò ai loro nasi. Palm aiutò subito Nuengdiao ad alzarsi, ma la situazione sembrava essere appesa a un filo, a causa del rumore degli spari.

Dannazione!

Il rumore degli spari fece tornare indietro i pensieri di Nuengdiao. Si voltò e vide un’auto parcheggiata davanti a casa sua sulla destra, e un ragazzo accanto che gli puntava contro una pistola. In quel momento Palm lo spinse fuori dalla traiettoria del proiettile, nascondendo entrambi dietro l’auto. Con la pistola in mano, Palm colse l’occasione per sparare all’assassino. I colpi si alternavano continuamente, anche se non potevano essere completamente interrotti, per la necessità che aveva di proteggere Nuengdiao.

«Palm, laggiù!» Grido Nuengdiao quando vide il riflesso di una persona che si nascondeva dietro la portiera dell’auto. Palm ruggì furiosamente e bloccò Nuengdiao con il suo corpo per sparare ancora. L’assassino schivò il proiettile, si alzò e corse verso i due. La mano di Nuengdiao toccò Palm, dicendogli di fare attenzione.

D’altra parte cercò di trovare qualcosa per poterlo proteggere. Un bastoncino di legno, un coltello, una ciotola, qualsiasi cosa, purché potesse aiutarlo a combattere fino all’ultimo secondo e non nascondersi dietro la macchina, lasciando che siano gli altri a sacrificarsi per lui.

Palm! Non puoi assolutamente morire. Non puoi buttare via la tua vita in questo modo.

Pensò Diao con le mani che gli tremavano involontariamente e con le lacrime che gli riempivano gli occhi. Palm cercò di cambiare direzione, ma i due uomini si resero conto di avere solo una pistola. Inoltre, i colpi di Palm non li uccisero, ma li fermarono. Guardando attraverso lo specchietto retrovisore, Palm decise di uscire per sparare, ma un altro colpo risuonò.

Dannazione! Dannazione!

Due spari risuonarono in meno di due secondi, poi la porta di casa si aprì. Chanon, che si trovava in un’ottima posizione e riusciva a vedere tutto, sparò due colpi contro i due assassini. Doveva aver percepito che Palm e Nuengdiao non avessero alcuna possibilità di difendersi, così era corso fuori e aveva sparato, facendo cadere a terra i due corpi.

«Palm, porta via il signorino, veloce.»

Quelle furono le ultime parole che sentì da Chanon. L’autista consegnò al figlio le chiavi dell’auto, il portafogli e un vecchio cellulare. Palm annuì e prese tutto, senza dire niente. Sembrava che entrambi avessero previsto da tempo una situazione di quel tipo, quindi erano preparati.

«Signorino, vada per primo. Pensa solo a stare al sicuro. Per quanto riguarda la signora Tanya, ci sarò io qui.»

Palm fece retromarcia e colpì un’auto che bloccava l’uscita, mandandola indietro e creando uno spazio abbastanza grande per passare. L’abilità della guida di Palm era sorprendentemente buona in quello spazio ristretto. Accelerò lentamente, mentre i suoi occhi erano fissi verso la strada davanti a loro.

Nuengdiao prese la borsa che Palm aveva messo sotto il sedile e la aprì. Dentro c’erano le munizioni di riserva che aveva conservato. Le sue mani tremanti spinsero lentamente l’otturatore e lo caricarono con le nuove munizioni. La mani sudate stringevano con forza la pistola e il cuore batteva all’impazzata. Pensava che, in caso di emergenza, l’avrebbe consegnata immediatamente a Palm. Si rimproverò mentalmente di essere inutile. Non sapeva guidare un’auto, non sapeva sparare con una pistola. Era solo un peso.

Palm aveva detto che l’avrebbe portato con sé per sempre. Era vero?

*********

In quel momento Nuengdiao si rese conto di sapere ben poco della vita.

Palm era diventato una persona di cui fidarsi. Aveva guidato per Bangkok come se ci avesse vissuto, senza l’aiuto di google maps, senza direzione. Poi aveva parcheggiato l’auto in un parcheggio pubblico e aveva spento il motore. Solo allora Nuengdiao si accorse che del sangue colava dalla vecchia ferita, ma a Palm non sembrava importare. Si limitò infatti ad abbassare rapidamente la manica fino a coprirla.

«La macchina ha un localizzatore, così mio padre la troverà facilmente.»

Nuengdiao annuì. Fortunatamente, quando era uscito di casa aveva portato con sé lo zaino che usava per andare al club di musica per suonare il pianoforte. Dentro c’erano diversi effetti personali e i documenti importanti. I due presero velocemente i bagagli e scesero dalla macchina. Fecero finta di entrare in un grande centro commerciale lì vicino, ma in realtà fecero il percorso inverso per chiamare e prendere un autobus dalla stazione poco distante.

Nuengdiao non sapeva dove lo avrebbe portato Palm. Dopo essere salito sull’autobus chiese a Palm di poter cambiare posto per sedersi vicino al finestrino. Durante il viaggio, lo ringraziò, facendolo sorridere leggermente. Era certo che Palm sapesse che quel ringraziamento era riferito a molte cose diverse. Lo ringraziava per essere suo amico, per averlo protetto e per essergli rimasto accanto per tutto quel tempo.

La destinazione del viaggio era Surat Thani. Nuengdiao si rilassò contro il sedile come se fosse morto.

«Riposi per primo.» Disse Palm a voce bassa.

«Perché mi aiuti così tanto?» Pur sapendo che Chanon e Palm avrebbero sicuramente protetto la sua famiglia nei momenti più critici, era impossibile non dubitare anche quando lo vedeva con i suoi occhi.

«Suo padre ha salvato la vita del mio.»

Nuengdiao lo guardò con curiosità.

«In passato, quando mio padre mi portò a Bangkok, gli rubarono tutti i soldi, quindi dovette chiedere un prestito. Ma a causa degli alti tassi di interesse, non ci riuscì. In quel periodo ero malato, quindi dovevo stare per molto tempo in ospedale e le spese mediche erano molto costose, erano necessari tanti soldi per coprire le mie cure.»

«Tuo padre ha chiesto un prestito al mio?»

«No.» Palm scosse la testa.

«Quando ero in ospedale, mio padre fu fermato per riscuotere un debito. Lo trascinarono fuori per picchiarlo. A causa della sua rabbia, mio padre reagì e quasi morì. In quel momento apparve suo padre, chiamò qualcuno per salvare mio padre e poi pagò l’intero debito, compresi i costi per le mie cure.»

Nuengdiao rimase senza parole. In realtà era convinto che Chanon lavorasse per loro solo perché lo stipendio era più alto che in altri luoghi.

«Sai perché mio padre ha aiutato il tuo? Mio padre una volta mi disse che conosceva la sensazione di quando ero malato e stavo per morire. Credo che sapesse come ci si sentiva a stare in quella situazione e quindi se potesse scegliere, lo rifarebbe sicuramente.»

Il ragazzo girò la testa dall’altra parte, vedendo il riflesso nei suoi occhi come un cielo infinito.

«Suo padre mi ha ridato la vita, questo è solo un piccolo modo per ringraziarlo.»

«Ma dove stiamo andando?»

«Casa sicura.»

«Casa tua?»

«No.»

«Che intendi allora?»

Aveva sentito la parola ‘casa sicura’ fin da bambino, ma non l’aveva mai vista con i suoi occhi. Si era sempre chiesto se fosse una casa bella come quelle che vedeva nelle serie tv.

«Lo scoprirai presto.»

«Oh…»

«Mio padre ha detto che il colpevole di questo incidente probabilmente si nascondeva in casa, quindi ha dovuto trovare un posto dove nasconderti per un po’. Non vengo in questo posto da molti anni, ma sono ancora in contatto con il proprietario.»

«Allora di chi è la casa?» Chiese Nuengdiao mentre si accigliava ascoltando il ragazzo di fronte a lui.

Palm rimase in silenzio per un attimo, poi rivelò: «Mia madre.»

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